lunedì 8 dicembre 2008
Come è tradizione Benedetto XVI ha portato un cesto di rose alla Madonna che veglia su Roma. La sua preghiera rivolta alle sofferenze dei più deboli.
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Come è tradizione Benedetto XVI ha portato oggi un cesto di rose alla Madonna che veglia sulla città di Roma dalla colonna di piazza di Spagna, per unirsi all'omaggio compiuto da tanti romani «che si sentono spiritualmente figli della Vergine Maria». «Simbolicamente - ha detto il Papa - le rose possono esprimere quanto di bello e di buono abbiamo realizzato durante l'anno, perchè in questo ormai tradizionale appuntamento tutto vorremmo offrire alla Madre, convinti che nulla avremmo potuto fare senza la sua protezione e senza le grazie che quotidianamente ci ottiene da Dio. Ma, come si suol dire, non c'è rosa senza spine, e anche sugli steli di queste stupende rose bianche non mancano le spine, che per noi rappresentano le difficoltà, le sofferenze, i mali che pure hanno segnato e segnano la vita delle persone e delle nostre comunità». «Alla Madre - ha spiegato - si presentano le gioie, ma si confidano anche le preoccupazioni, sicuri di trovare in lei conforto per non abbattersi e sostegno per andare avanti». «O Vergine Immacolata, in questo momento vorrei affidarti specialmente - ha continuato Benedetto XVI - i "piccoli" di questa nostra Città: i bambini, anzitutto, e soprattutto quelli gravemente malati, i ragazzi disagiati e quanti subiscono le conseguenze di pesanti situazioni familiari». «Veglia su di loro - ha invocato il Pontefice - e fà che possano sentire, nell'affetto e nell'aiuto di chi sta loro accanto, il calore dell'amore di Dio! Ti affido, o Maria, gli anziani soli, gli ammalati, gli immigrati che fanno fatica ad ambientarsi, i nuclei familiari che stentano a far quadrare il bilancio e le persone che non trovano occupazione, o hanno perso un lavoro indispensabile per andare avanti. Insegnaci, Maria, ad essere solidali con chi è in difficoltà, a colmare le sempre più vaste disparità sociali; aiutaci a coltivare un più vivo senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città, e più che mai questa nostra Città di Roma, come patrimonio di tutti, ed a fare ciascuno, con coscienza ed impegno, la nostra parte per costruire una società più giusta e solidale».
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